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Visitare il Parco dell'Antola

Significa scoprire un territorio straordinario, unico per caratteristiche paesaggistiche e culturali

Qui, alle porte della città di Genova (patrimonio dell'Unesco con le sue opere d'arte e il suo suggestivo centro storico) e a due passi dai borghi della Riviera, la Liguria svela il suo volto segreto di regione più boscosa d'Italia, con valli punteggiate da piccoli paesi persi nel verde, dove il Mediterraneo incontra la montagna e si fondono le tradizioni e la storia delle genti di mare, di pianura e d'Appennino.

In un territorio prevalentemente montano, il Parco tutela e valorizza il versante padano dello spartiacque appenninico genovese, culminante nell'importante nodo orografico dell'Antola ai piedi del quale si distendono la Valle Scrivia - con i suoi affluenti Pentemina, Vobbia e Brevenna - e la Valle Trebbia con le conche laterali del Brugneto, Cassingheno e Terenzone.

Luoghi che custodiscono borghi arroccati, agglomerati rurali, ponti antichi e mulattiere che accompagnano i capricci di colli e monti, segno evidente di un nodo viario che permetteva ai valligiani di migrare stagionalmente oltre lo spartiacque, verso la Pianura. Oggi, l'antica viabilità, ostacolata dalla difficile geomorfologia dei luoghi, diventa motivo d'interesse per gli amanti dell'escursionismo.

Alle timide tracce della civiltà contadina (seccherecci, casoni, mulini, terrazzamenti megalitici), si accompagnano interessanti spunti naturalistici e ambientali: panorami unici, spettacolari fioriture di specie rare e protette, fino al fortunoso incontro con lo schivo e inafferrabile lupo che insieme al daino ha ripopolato questi monti, soprattutto ai piedi dell'Antola e presso il Lago del Brugneto, bacino artificiale e principale riserva idrica di Genova.

Sotto l'aspetto paesaggistico si passa da scenari variegati e tormentati in Valle Scrivia, a pendii più dolci e riposanti in Valle Trebbia e lungo il displuvio appenninico; una diversità legata all'articolata geomorfologia del Parco, con la presenza dei teneri "Calcari del Monte Antola" e i duri "Conglomerati di Savignone".

Il Parco si pone quindi come un vero e proprio laboratorio di terreno, luogo idoneo alla sperimentazione nel campo dell'educazione ambientale, alla ricerca scientifica, alla tutela e valorizzazione della flora e della fauna, al recupero e al mantenimento della cultura locale.
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